Sacerdoti di don Guanella

Il Beato Luigi Guanella

Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo (Sondrio) il 19 dicembre 1842. Il padre Lorenzo, era uomo severo e stimato, per 24 anni sindaco di Campodolcino, la madre Maria Bianchi, una donna dolce e paziente, da loro nacquero 13 figli.
Il giorno della sua prima comunione, come lui stesso racconterà anni dopo, mentre al pascolo era raccolto in preghiera, in una visione la madonna gli indicò la sua missione in favore dei piccoli e dei poveri. A dodici anni Luigi ottenne un posto gratuito nel collegio Gallio di Como e proseguì poi gli studi nei seminari diocesani (1854 - 1866). Quando tornava al paese per le vacanze autunnali si immergeva nella povertà delle valli alpine; si interessava dei bambini e degli anziani e ammalati del paese, passando i mesi nella cura di questi, e nei ritagli si appassionava alla questione sociale , raccoglieva e studiava erbe medicinali, si infervorava leggendo la storia della Chiesa. In seminario teologico entrò in familiarità col vescovo di Foggia, Bernardino Frascolla, rinchiuso nel carcere di Como, poi a domicilio coatto in seminario (1864-66), e si rese conto della ostilità che dominava le relazioni dello stato unitario verso la Chiesa. Questo vescovo lo ordinò sacerdote il 26 maggio 1866. Entrò con entusiasmo nella vita pastorale in Valchiavenna (Prosto, 1866 e Savogno, 1867-1875) e, dopo un triennio trascorso presso don Bosco (1875-1878), fu di nuovo in parrocchia in Valtellina (Traona, 1878-1881), per pochi mesi a Olmo e infine a Pianello Lario (Como, 1881-1890). Fin dagli inizi a Savogno rivelò i suoi interessi pastorali: l'istruzione dei ragazzi e degli adulti, l'elevazione religiosa, morale e sociale dei suoi parrocchiani, con la difesa del popolo dagli assalti del liberalismo e con l'attenzione privilegiata ai più poveri. Non disdegnava interventi battaglieri, quando si vedeva ingiustamente frenato o contraddetto dalle autorità civili nel suo ministero, così che venne presto segnato fra i soggetti pericolosi ("legge dei sospetti"), specialmente dal momento che pubblicò un libretto polemico (Saggio di ammonimenti familiari per tutti, 1872). Nel frattempo a Savogno approfondiva la conoscenza di don Bosco e dell'opera del Cottolengo; invitò don Bosco ad aprire un collegio in valle; ma, non potendo realizzare il progetto, il Guanella ottenne di andare per un certo periodo da don Bosco. Richiamato in diocesi dal Vescovo, e preceduto dalla fama di prete “poco equilibrato”, aprì in Traona un collegio di tipo salesiano; ma anche qui venne ostacolato; si andò a rimestare le controversie di Savogno e gli fu imposto di chiudere il collegio. Si mise a disposizione del vescovo con obbedienza eroica. Dopo un breve periodo trascorso nella parrocchia di alta montagna di Olmo, mandato a Pianello del Lario, poté dedicarsi all'attività di assistenza ai poveri, rilevando l'Ospizio fondato dal predecessore don Carlo Coppini, con alcune orsoline che organizzò in congregazione religiosa (Figlie di S. Maria della Provvidenza) e con queste avviò la Casa della Divina Provvidenza in Como (1886), con la collaborazione di suor Marcellina Bosatta e della sorella Beata Chiara. La Casa ebbe subito un rapido sviluppo, allargando l'assistenza dal ramo femminile a quello maschile (congregazione dei Servi della Carità), benedetta e sostenuta dal Vescovo B. Andrea Ferrari. L'opera si estese ben presto anche fuori città: nelle province di Milano (1891), Pavia, Sondrio, Rovigo, Roma (1903), a Cosenza e altrove, in Svizzera e negli Stati Uniti d'America (1912), sotto la protezione e l'amicizia di S. Pio X. Le opere e gli scopi che cadono sotto l'attenzione del Guanella, e gli impedirono di fermarsi con don Bosco, sono quelli tipici della sua terra di origine. Molti i bisognosi: bambini e giovani, anziani lasciati soli, emarginati, handicappati psichici, ma anche ciechi, sordomuti, storpi. La sua prima casa di Como era chiamata, da alcuni con simpatia da altri con malevolenza, un’ arca di Noè.  Morì a Como il 24 ottobre 1915. 

Carisma

Il carisma del Beato Luigi Guanella è l'annuncio biblico della paternità di Dio. Questa intuizione spirituale ha fatto sorgere in lui anzitutto un'esperienza personale profonda di fede e di abbandono nel Padre amorevole e provvidente: "E’ Dio che fa". Ha inteso poi l’attenzione concreta con la quale Dio Padre si prende cura di tutti i suoi figli attraverso il Figlio Gesù, Buon Samaritano. Due scritti del fondatore rivelano più di altri la “spada di fuoco” che avrebbe animato il suo cuore e lo zelo nel servire i poveri e gli abbandonati: Andiamo al Padre (1880) e Il Fondamento (1885). Dio è padre di tutti e non dimentica né trascura nessuno dei suoi figli.
La paternità di Dio non è stata per Don Guanella una semplice e generica intuizione, capace al più di ispirare dal di fuori la sua missione di carità. Dono dello Spirito è stato capirne la forza innovativa dentro la vita e le relazioni. Don Guanella ha visibilizzato il Dio Padre creando tra i suoi collaboratori, i suoi preti e le sue suore rapporti umani intrisi di stima e sollecitudine, capaci poi di generare un clima carico di familiarità e di affetto, a beneficio dei poveri e degli ospiti della casa. Ha voluto anche che il clima di vera famiglia si concretizzasse in soluzioni strutturali e gestionali pensate a misura d'uomo. Proprio per questo, in campo educativo, ha adottato e insegnato, sull’esempio di don Bosco, metodo preventivo.

La presenza in Genova

L’Opera don Guanella è presente in Genova con due case di carità che bene evidenziano gli ambiti tipici del suo servizio ai poveri. La Casa dell’Angelo è una struttura per ragazzi presente a Sestri Ponente. Ospita minori, con gravi problemi familiari, affidati dal Tribunale per i minorenni. La Casa Beato Luigi Guanella si trova invece in Albaro ed è una struttura che accoglie persone anziane.
Le due opere testimoniano anche in Genova la presenza delle due distinte congregazioni volute dallo stesso fondatore: quella maschile (i Servi della Carità) presente a Sestri con 3 confratelli e quella femminile (le Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza) presente in Albaro con 7 suore.
La Casa dell’Angelo data i sui inizi nel lontano 1951. Allora l’Opera don Guanella acquistò, in territorio di Sestri, la cinquecentesca Villa Doria per aprirvi un’opera in favore dei ragazzi poveri. Dopo i necessari interventi di adattamento vengono accolti i primi ragazzi nel settembre 1954; si tratta di ragazzi di necessità diverse: orfani, figli di famiglie con gravi necessità economiche, bimbi che necessitano di prolungata esposizione al clima marino per motivi di salute, ecc. Sono per lo più bambini piccoli, delle elementari e per loro viene allestita una scuola interna.
Nel tempo le necessità del territorio sono cambiate (industrializzazione, emigrazione dal sud, urbanizzazione, crescita demografica, ecc. con i conseguenti fenomeni sociali) e si è fatta strada, in modo sempre più pressante, la richiesta di ospitare minori con forte disagio sociale. Alla fine degli anni ’70 inizi anni ’80 il Comune di Genova, attraverso i Servizi Sociali, e il Tribunale dei Minorenni chiedono a “La Casa dell’Angelo” di trasformarsi da Istituto in Comunità specifica per l’accoglienza di ragazzi disadattati, che vengono da famiglie con gravi problemi sociali e relazionali. Proprio per rispondere alle nuove esigenze, “La Casa dell’Angelo” si sottoporrà ad una radicale ristrutturazione che ne cambierà progressivamente la fisionomia, l’impostazione e la gestione: vi troveranno ospitalità non solamente i piccoli, ma anche gli adolescenti e i giovani ormai alle soglie della maturità. Viene soppressa la scuola interna a favore dell’inserimento dei minori nella scolarità di quartiere. Questo processo evolutivo ha scandito a tappe gli ultimi decenni, e ci consegna oggi “La Casa dell’Angelo” come “Comunità di Comunità”: l’unica struttura abitativa infatti è ripartita al suo interno in nuclei famiglia (appartamenti) completamente autonomi sia dal punto di vista strutturale che gestionale: ogni comunità ha una capienza letti per 6 o 7 ragazzi. Una coppia educativa ha la diretta e quotidiana responsabilità di ciascun alloggio e dei ragazzi che vi abitano, facendo del gruppo una famiglia a tutti gli effetti. All’interno della comunità, grazie ai diversi interventi educativi e ai differenti momenti che scandiscono la giornata, si cerca così di formare le singole personalità in modo globale, attraverso lo studio, il lavoro, il gioco, la formazione religiosa. Insieme agli educatori, ne “La Casa dell’Angelo”, collaborano un nutrito gruppo di volontari e di famiglie che sostanzialmente fungono da supporto all’équipe educativa, offrendo disponibilità di tempo, di affetto e di risorse per meglio sostenere e personalizzare l’intervento sul minore..
Oggi “La Casa dell’Angelo” ospita 24 minori, tutti maschi, la più parte del Comune di Genova. Sono tutti ragazzi in età scolare che per vari problemi legati alle famiglie di appartenenza sono stati allontanati dai genitori e affidati dal Tribunale dei Minori alla nostra tutela. Lo stile di vita che caratterizza il clima, i rapporti, le scelte è quello di famiglia: per molti “La Casa dell’Angelo”  è l’unica e vera famiglia. Perciò insieme all’ospitalità, all’educazione, alla formazione e al nutrimento quotidiano, si cerca di offrire quell’affetto e quella stima che purtroppo sono loro mancati e che tuttavia sono indispensabili per aprirsi al futuro. Insieme al clima di familiarità, la nostra azione educativa si fonda sul  metodo preventivo che tende a sostenere, incoraggiare, favorire comunque le potenzialità residue del minore, più che a punire i suoi sbagli o la sua  devianza.

 

 
 
   
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